Paliano - Città Fortezza Fortezza Colonna

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Nel periodo 1554-1559 Marcantonio Colonna avvia una serie di lavori di adeguamento della rocca di Paliano, che ancora oggi sovrasta il centro urbano, secondo le nuove regole dell'architettura militare dell'epoca. Addossati alle vecchie mura medioevali vengono realizzati dei terrapieni rinforzati con bastioni a “coda di nibbio” capaci di resistere ai colpi delle artiglierie, secondo un progetto tradizionalmente attribuito al senese Giovanni Sallustio Peruzzi.

Le vicende architettoniche si protrassero fino ai primi anni Settanta del Cinquecento e, una volta concluse le strutture principali, per volontà dello stesso Marcantonio, tornato vincitore dalla Battaglia di Lepanto (1571), furono decorati alcuni ambienti interni del nuovo edificio fortificato con un ciclo di affreschi che raffigurano il suo trionfale ingresso in Roma, dopo l'impresa. Attribuiti, per anni, a Federico Zuccari o alla sua scuola e, più tardi, a Pablo de Cespedees, solo di recente, agli affreschi della Sala del Capitano, dei due camerini attigui e della Loggia coperta, è stata data una attribuzione certa. Il personaggio che svolse un ruolo fondamentale nella realizzazione dell'intero ciclo, al quale Marcantonio affidò la responsabilità del progetto, fu il senese Triburzio Spannocchi (1541-1606), finora noto agli studi soltanto per la sua attività di architetto militare, prima al servizio dello stesso Marcantonio, e poi presso la corte spagnola. La documentazione raccolta attesta la partecipazione dello Spannocchi, all'impresa decorativa nel 1575, nella veste inedita di direttore del cantiere pittorico, affiancato da Paolo Veneziano di Tagliacozzo.

Nel 1844 la Fortezza di Paliano venne ceduta dai Colonna alla senta Sede che, dopo alcuni lavori di adattamento, la adibì a casa penale. Dal dopoguerra la struttura è stata carcere mandamentale e sanatorio e, alla fine degli anni '70 è stata trasformata in istituto penitenziario. Attualmente il suo aspetto esteriore è quasi integro, mentre all'interno sono tante le modifiche attuate dal 1844 in poi. È possibile visitare le sale affrescate durante le giornate dedicate.

English
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Between 1554 and 1559 Marcantonio Colonna initiated a series of renovation works on the Fortress of Paliano which still towers over the town center today, adapting it to the new principles of military architecture of the time. Earthworks reinforced with swallowtail bastions were built against the old medieval walls, designed to withstand artillery fire. The project is traditionally attributed to the Sienese architect Giovanni Sallustio Peruzzi. The architectural developments continued until the early 1570s. Once the main structures were completed, Marcantonio, having returned victorious from the Battle of Lepanto (1571), commissioned the decoration of several interior rooms of the new fortified building with a series of frescoes depicting his triumphant entry into Rome following the victory. Long attributed to Federico Zuccari or his school, and later to Pablo de Céspedes, these frescoes, located in the Sala del Capitano (Captain’s Hall), the two adjoining chambers, and the covered loggia, have only recently been definitively attributed. The key figure behind the entire decorative program, entrusted by Marcantonio with the project’s execution, was the Sienese Triburzio Spannocchi (1541–1606). Previously known solely for his work as a military architect, first in the service of Marcantonio and later at the Spanish court, Spannocchi is now recognized through documentation as the director of the decorative campaign in 1575, assisted by Paolo Veneziano of Tagliacozzo.

In 1844, the Fortress of Paliano was ceded by the Colonna family to the Holy See, which, after some modifications, converted it into a penal institution. After World War II, it served as a district prison and a sanatorium, and by the late 1970s, it had become a penitentiary. Today its exterior remains almost entirely intact, though numerous interior alterations have been made since 1844. The frescoed rooms can be visited on special open days.