Qualità dell'aria, un impegno Comune

Il Comune di Paliano approva il Piano di Intervento Operativo per il monitoraggio e il miglioramento degli standard della qualità dell'aria

Il ristagno degli inquinanti nell’atmosfera è un fattore che incide sensibilmente sulla vita dei cittadini e rappresenta, quindi, uno dei problemi più urgenti per le amministrazioni comunali, le quali –  secondo il proprio ruolo di istituzioni più prossime alla popolazione di un determinato territorio – sono chiamate in prima persona a trovare soluzioni appropriate per garantire, nei limiti delle proprie competenze e possibilità, standard di qualità dell’aria che non pregiudichino le la salute pubblica.

Il problema dell’inquinamento atmosferico è figlio del progresso, inteso come sviluppo dei processi di industrializzazione, dell’incremento dei mezzi di trasporto e di produzione di energia, e dei connessi stili di vita: un insieme di elementi che, se da un lato ha permesso negli anni il raggiungimento di un indiscusso “benessere” materiale, dall’altro ha generato criticità per le condizioni ambientali di numerosi territori, quali ad esempio la “Valle del Sacco” e, con essa, Paliano.

Proprio in merito alla “Valle dei Sacco”, il nuovo piano di zonizzazione regionale deliberato sul finire del 2016 dalla Regione Lazio in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, ha visto la creazione di un raggruppamento ad hoc dal quale emerge – sulla base di un modello di intersezione dei dati provenienti dalle centraline posizionate a Colleferro, Anagni, Ferentino, Frosinone e altre cittadine del Basso Lazio – che 60 dei 91 Comuni della Provincia di Frosinone risultano a rischio inquinamento da polveri sottili (PM10) e biossido di azoto (NO2).

«Il nostro territorio – spiega il sindaco Domenico Alfieriè uno dei più estesi a livello provinciale, con aree poco abitate, ma contrassegnate da un’alta densità di insediamenti industriali e un massiccio transito di veicoli pesanti, come lungo la Casilina e il corso del fiume Sacco, a ridosso dei Comuni di Colleferro, Segni e Anagni. Ciò non significa che gli inquinanti, a causa dei venti, non possano raggiungere anche le zone in cui più si concentra la popolazione: in qualità di amministratori, consapevoli della responsabilità che impone il problema della tutela della salute dei cittadini, dobbiamo mantenere alta l’attenzione e predisporre tutti gli interventi necessari a ridurre il rischio di inquinamento atmosferico. È per questo che lo scorso 18 ottobre, di concerto con le indicazioni della Regione Lazio, abbiamo approvato in giunta un piano di intervento operativo interamente dedicato alla qualità dell’aria nel nostro Comune».

Il piano di intervento operativo, oltre che allo studio approfondito delle proprietà e delle dinamiche inerenti gli inquinanti dell’aria, le fonti di produzione dell’inquinamento atmosferico e il rapporto tra emissioni e dati meteorologici, disciplina nel dettaglio un effettivo “piano di azione”, vale a dire l’insieme dei provvedimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico (azioni integrate) in combinazione con gli interventi da effettuare in fase di emergenza (azioni dirette) volti alla risoluzione di problematiche di durata temporale limitata e per porzioni definite del territorio.

Così come fatto per le attività di gestione e coordinamento in materia di emergenza da calamità naturale, il Comune di Paliano si è quindi dotato di uno strumento in grado di costituire uno schema organico e organizzato delle iniziative legate al monitoraggio e al miglioramento delle condizioni della qualità dell’aria nel perimetro comunale e delle azioni integrate tra amministrazione locale e gli altri enti territoriali.

«Il piano di intervento operativo – precisa il consigliere con delega all’Ambiente, Ugo Germanòsi compone di tutta una serie di misure studiate per limitare l’impatto degli inquinanti sulla popolazione, da adottare sia in maniera sistematica che d’urgenza. Già a partire dall’anno scorso avevamo affrontato il problema con un’ordinanza del sindaco che regolamentava la circolazione degli autoveicoli più inquinanti, l’utilizzo del riscaldamento domestico e le attività di combustione all’aperto: ora questi provvedimenti sono riorganizzati in un documento coordinato, capace di farci trovare preparati per ogni evenienza. Ciò che è importante sottolineare, però, è che lo stato della qualità dell’aria è condizionato in larga parte dalle azioni dei singoli e dai loro stili di vita: così come per le problematiche legate al ciclo dei rifiuti, le soluzioni più efficaci risiedono nelle “buone pratiche”, ossia nella modifica dei propri comportamenti alla luce di una maggiore consapevolezza ambientale. Migliorare la qualità dell’aria che respiriamo è possibile solo se ognuno fornisce il proprio contributo».

La necessità di incentivare la diffusione delle “buone pratiche” – specie sul fronte delle emissioni da riscaldamento domestico – è stata fatta propria dalla stessa Regione Lazio che, lo scorso 17 ottobre, ha ufficialmente aperto il bando per l’assegnazione dei contributi destinati (1) alla rottamazione e sostituzione di vecchi generatori di calore alimentati a biomasse legnose, con generatori di calore alimentati a biomasse legnose a basse emissioni e alto rendimento o alimentati a gas (metano, GPL), anche integrati con pannelli o collettori solari termici e (2) all’installazione di elettrofiltri finalizzata alla riduzione delle emissioni di particolato sottile degli impianti a biomasse legnose. La sovvenzione consiste in un contributo a fondo perduto concesso nella misura del 60% delle spese ammesse e quindi effettivamente sostenute per l’intervento o, se riguardanti diverse unità immobiliari, per gli interventi.