"Castellaccio": il Comune boccia il riavvio dell'impianto CDR di Acea

“Parere negativo” da parte del Comune di Paliano in merito all’ipotesi della riapertura dell’impianto di produzione di combustibile solido secondario CSS (ex CDR) sito in località “Castellaccio” di proprietà di Acea Ambiente S.r.l.

“Parere negativo”: questa la posizione del Comune di Paliano espressa nella conferenza di servizi della Regione Lazio e riaffermata in consiglio comunale – ieri, 23 ottobre – dallo stesso sindaco, Domenico Alfieri, in merito all’ipotesi della riapertura dell’impianto di produzione di combustibile solido secondario CSS (ex CDR) sito in località “Castellaccio” di proprietà di Acea Ambiente S.r.l.

Alla base della decisione sulle sorti future dell’impianto – le cui attività risultano attualmente bloccate a seguito dell’incendio del giugno 2013 – una serie di motivazioni di carattere tecnico-urbanistico, ma soprattutto ambientale e sanitario: se, infatti, il progetto presentato non è risultato coerente con la pianificazione urbanistica vigente, cioè che ha determinato la ferma opposizione dell’amministrazione Alfieri è stato lo studio sull’impatto delle emissioni in atmosfera e le ripercussioni sulle falde acquifere, in quanto l’area di ubicazione dell’impianto ricade all’interno del perimetro del Sito di Interesse Nazionale “Bacino del fiume Sacco”, immediatamente a ridosso del nucleo residenziale anagnino di “San Bartolomeo”.

«Il nostro territorio – ha dichiarato il sindaco Domenico Alfieririsulta già oltremodo appesantito dalla presenza di impianti connessi al trattamento dei rifiuti, le cui attività possono risultare nocive per la salute della popolazione e pregiudicare la qualità dell’aria, della terra e delle acque. Come amministratori abbiamo sempre puntato su un modello alternativo di sviluppo, mettendo al centro delle nostre scelte la riscoperta e la valorizzazione delle risorse naturalistiche, incentivando il turismo e l’agroalimentare, senza aggravare – ma anzi risanando con ogni mezzo a nostra disposizione – la situazione ambientale di un’area problematica com’è quella del bacino del fiume Sacco».

«Il notevole intensificarsi del traffico pesante nella zona dovuto all’impianto – spiega il consigliere con delega all’Ambiente, Ugo Germanòporterebbe a un aumento esponenziale delle emissioni degli inquinanti dell’aria con effetti significativi per la salute pubblica. Secondo gli ultimi dati, l’odierno quadro ambientale evidenzia, infatti, come i parametri critici per l’inquinamento atmosferico siano l’ozono e il particolato sottile, principali responsabili dei numerosi episodi di superamento dei limiti di legge. Grande rilevanza, inoltre, ha il biossido di azoto, direttamente legato al traffico automobilistico. Ne consegue un livello di criticità particolarmente significativo, certamente non trascurabile nella scelta localizzativa e non migliorabile. Il notevole intensificarsi del traffico pesante, unitamente alle connesse attività di carico, scarico e sosta in strada, porterebbe anche ad aumento esponenziale delle emissioni rumorose, in aggiunta a quelle delle lavorazioni. Da qui, la decisione da parte dell’amministrazione di non avallare in alcun modo il riavvio dell’impianto di “Castellaccio”».