"Benvenuto Francesco": il Santo Padre a Paliano

Papa Francesco visita la Casa di Reclusione per la liturgia del giovedì santo: "Messa in Coena Domini" e "lavanda dei piedi" ai detenuti

“Sono stato prigioniero e siete venuti a trovarmi”: questo il messaggio evangelico che Papa Francesco ha voluto – ancora una volta – alla base delle celebrazioni liturgiche del giovedì santo e che ha trovato il proprio compimento nella visita privata alla Casa di Reclusione di Paliano, con la celebrazione della “Messa in Coena Domini” e il rito della “lavanda dei piedi” praticato ad alcuni detenuti. Un messaggio e un “gesto” di estrema umiltà, dietro cui è possibile cogliere la volontà del Santo Padre di esprimere la vicinanza della Chiesa agli ultimi, agli emarginati, e da qui innescare una riflessione trasversale sul peccato, sulle tensioni degli scenari internazionali e su quella propensione alla violenza che caratterizza sempre più il nostro tempo. «Guardiamoci dentro – dice Francesco – e cerchiamo di vedere le nostre colpe. Allora, il cuore diventerà più umano».

La notizia dell’arrivo a Paliano di Papa Bergoglio – diffusa nei giorni scorsi dalla sala stampa della Santa Sede – è salita in poche ore alla ribalta dei media locali e nazionali, provocando grande fermento tra i cittadini palianesi e dei comuni limitrofi, i quali non hanno mancato di dare il loro caloroso benvenuto al Pontefice per la sua “prima volta” in Ciociaria: migliaia di fedeli, assiepati dietro le transenne, hanno festeggiato il passaggio del corteo papale lungo tutto il tragitto di sicurezza ricavato all’interno del centro storico, fin su alla Fortezza, l’edificio-simbolo dell’antico potere dei Colonna sulla Valle del Sacco che oggi ospita la Casa di Reclusione. Ad accogliere il Pontefice, al riparo delle mura interne della struttura, la direttrice Nadia Cersosimo e il cappellano don Luigi Paoletti.

«L’arrivo del Santo Padre – ha dichiarato il sindaco Domenico Alfierirappresenta un momento storico per la nostra comunità, perché il Papa è al tempo stesso un capo di Stato e la massima autorità della Chiesa Cattolica. È facile quindi immaginare l’impegno profuso in questi giorni non solo da noi amministratori, ma dalla Prefettura, dalla Questura, dalle forze dell’ordine e da tutte le associazioni che operano sul territorio, e poi dai dipendenti comunali, dall’ufficio tecnico, dai cantonieri e dalla polizia locale. Tutti insieme, abbiamo fatto squadra per attivare i protocolli di sicurezza e garantire, nel migliore dei modi, la piena efficienza di un’articolata macchina organizzativa. Le persone da ringraziare sono molte, tanti sono stati i soggetti coinvolti, ma il mio ringraziamento più sincero va ai nostri concittadini che, nonostante i disagi legati a questa situazione straordinaria, non hanno mancato di manifestare il loro affetto a Papa Francesco».

Tenendo fede a quanto comunicato dal Vaticano, il carattere “strettamente privato” della visita non ha subito deroghe. Il Santo Padre, a bordo di un’auto blu, è entrato in tutta fretta nel piazzale della Casa di Reclusione, senza tuttavia mancare di dispensare il proprio saluto alla folla più volte durante il percorso, col volto sorridente e il braccio disteso oltre il finestrino abbassato.

«Oggi è un giorno importante – questo il congedo del sindaco Alfieri – perché il Santo Padre, rinnovando il gesto compiuto da Cristo nell’ultima cena, ci insegna che l’umiltà, la solidarietà e la pietà sono valori da praticare nel quotidiano, e da cui nessuno può essere dispensato. Con la Santa Pasqua alle porte, noi tutti ricorderemo questo 13 aprile come un momento di pace, speranza e incitamento per tornare con maggiore consapevolezza ai bisogni della comunità».